In conferenza stampa con il Presidente Agnelli, Claudio – che ha esteso il suo contratto bianconero fino al 2020 – si è detto emozionato come il primo giorno, e ha rilanciato gli obiettivi per la prossima stagione. La sua nona nella Prima Squadra della Juventus.
«Claudio è il sogno che ogni bambino vorrebbe vivere. Entra alla Juve a sette anni, passa la trafila delle giovanili, entra in Prima Squadra e veste anche la fascia di capitano. Il suo è un percorso più unico che raro. Oggi Claudio è già leggenda: è già al Museo ed è nell’Olimpo dei grandissimi bianconeri».
Non ci sono migliori parole per descrivere ciò che per la Juve è oggi Claudio Marchisio di quelle usate dal suo Presidente, Andrea Agnelli, mentre in conferenza stampa annunciava il rinnovo del contratto del numero 8 bianconero.
Lo stesso Principino – come negli anni hanno imparato a conoscerlo i tifosi della Signora – ricorda con calore quel suo primo giorno alla Juventus. Quando ancora non sapeva che, vestendo per la prima volta i due colori più belli, sarebbe diventato con essi uno dei più forti centrocampisti del mondo.
«Oggi è un giorno bellissimo, pieno di emozioni. Come quello del 1993, quando mi presentai al primo allenamento», ha infatti dichiarato un emozionato Marchisio alla stampa, precisando immediatamente che questa nuova firma «non rappresenta un punto di arrivo ma di ripartenza. Voglio continuare a vincere con questi compagni: non è mai stato semplice farlo, adesso abbiamo l’esperienza giusta per trasferire la determinazione anche ai nuovi arrivi».
Già perché non solo in campo, ma anche nello spogliatoio Claudio ha assunto con gli anni un valore determinante quale punto di contatto fra la Juve di ieri, quella di oggi e quella di domani.
«Ho un carattere che mi porta a cercare di migliorarmi sempre. Questa è sempre stata la mia forza», ha continuato Marchisio, spiegando il segreto della sua maturità calcistica ed umana. « Ho vissuto momenti stupendi e altri meno belli. Anche quando le cose vanno bene, però, bisogna volere sempre fare meglio».
«Sono tifoso juventino, sono uscito dal settore giovanile e sono cresciuto grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato, come gli allenatori. Grazie a loro sono diventato il giocatore che sono adesso».
A chi ipotizzasse che l’annuncio dell’addio di Pirlo e quello del rinnovo di Marchisio fossero in qualche modo legati da un filo tattico, Marchisio ha risposto con parole di grande elogio per l’ex compagno di squadra: «Non sono l’erede di Pirlo, non si può. Andrea è stato un giocatore importante per noi e per me, mi sono ispirato a lui, anche se non ho le sue caratteristiche. Osservarlo ha reso più semplice il mio ruolo».
Confermando che anche per i prossimi anni vestirà la maglia numero 8 (“sono molto legato all’8, per me i numeri sono importanti”), Claudio ha confermato di essere già proiettato verso la prossima stagione. Di cui ha analizzato i nuovi rinforzi e le sfide in serbo.
«Non c’è molto da dire ai nuovi arrivati. In questi anni, chiunque è arrivato si è ambientato. Il gruppo è forte, preparato. Khedira e Mandzukic sono due giocatori importanti, di esperienza, che hanno vinto la Champions e hanno carisma internazionale», ha dichiarato, aggiungendo che proprio in Europa i due potranno aiutare la Signora a confermarsi tra le prime squadre del continente.
«Che Champions mi immagino? Come ogni anno, difficilissima. Quella appena trascorsa è stata una competizione in crescendo, con difficoltà all’inizio, sebbene giocassimo bene. Poi ci siamo consolidati a livello internazionale, e adesso dobbiamo proseguire, ponendoci sempre l’obiettivo di stare fra le prime otto».
«Quest’anno in più del solito, avremo la consapevolezza di potercela giocare con tutti. Andare a disputare i grandi match per noi deve diventare la normalità e non un’eccezione», ha continuato il Principino. «Anche in Italia siamo chiamati a riconfermarci, perché come ho detto ripartiamo da zero e ripetersi sarà davvero difficile.
Nessuna previsione, pertanto. Ma solo tanta voglia di sudare, lavorare e continuare a non porsi freni. Come dal 1993 a questa parte.
«Non si può dire che tipo di anno sarà. Ci sono squadre che si stanno attrezzando, ma è presto. E anche quando si inizierà a giocare, bisogna far passare del tempo per capire chi è competitivo. Noi dobbiamo ripartire con la stessa fame di sempre. Non si smette mai di cercare di migliorarsi, e ogni anno si deve dare di più, giorno dopo giorno».
Lo dice uno che la storia della Juve l’ha fatta in questi anni, e che non vuole certo fermarsi.