«Abbiamo sovvertito un pronostico avverso, abbiamo dimostrato che nel calcio non vale sempre la legge del più forte. In due parole: stoici e storici».
È una soddisfazione profonda, quella che traspare dalle parole del Direttore Generale bianconero Giuseppe Marotta: «La nostra prestazione è stata di grande personalità e di capacità di soffrire». E il primo a soffrire è stato proprio lui, questa sera: «Sull’1-1 continuavo a guardare l’orologio per vedere quanti minuti mancassero alla fine. Temevo che una squadra così forte come il Real un gol potesse farlo, da un momento all’altro».
E invece no. Merito di una enorme prestazione dei giocatori, ma anche di un allenatore che, ancora una volta, ha dimostrato tutto il suo valore. «Il Mister la ha interpretata nel migliore dei modi, poteva chiudersi in difesa e invece ha deciso di tenere alta la squadra, che anzi ha avuto un paio di occasioni per chiudere la partita».
Una semifinale, quella di stasera, che arriva al culmine di una grandissima stagione: «Abbiamo riconquistato appeal non solo in Italia, per merito di tutti, grazie a scelte oculate e mirate e a investimenti studiati». Come quello su Morata, el hombre del partido del Bernabeu: «Alvaro è all’altezza di un top team come siamo noi e va considerato che è giovane, ha un grande futuro e ce lo teniamo stretto».
E adesso si va a Berlino. «Prima c’è un’altra finale da giocare, quella di Coppa Italia, cui teniamo moltissimo. Poi, contro il Barcellona, ce la giochiamo.
Non sempre vale la legge del più forte».