Che la Juve abbia ben chiaro in mente come deve affrontare la sfida contro il Real si capisce subito, sentendo parlare Massimiliano Allegri e Gigi Buffon. Se il tecnico infatti spiega subito come i bianconeri non possano limitarsi ad aspettare il Real, immediatamente gli fa eco il suo capitano: «Qui in parecchi hanno perso e chi sta in porta esce di solito con almeno un gol subito - sottolinea Gigi - Sono così forti in avanti che se provassimo solo a difendere il risultato usciremmo dal campo con qualche rimpianto. Il Real segna in casa da 80, 90 partite, ma magari può concedere qualcosa. Cercheremo di giocare con intelligenza, visto che abbiamo un vantaggio, seppur minimo».
Il Real è partito con i favori del pronostico e il 2-1 dell'andata non è un margine sufficiente a far pendere la bilancia dall'altra parte. L'obiettivo però è a portata di mano e di certo ora nessuno potrà dire che la Juve in questo doppio scontro non abbia nulla da perdere: «Siamo andati oltre le più rosee aspettative considerando anche la finale di Coppa Italia, ma a 90 minuti dalla finale, anche se il tuo cammino è stato stupefacente, qualcosa da perdere c’è e si avverte. Ognuno di noi culla il desiderio di realizzare questo sogno, ma abbiamo la consapevolezza e la serenità di sapere che l’unico modo per guadagnarci la finale è giocarcela».
«Da Berlino a Berlino? Sarebbero 9 anni e sono davvero tanti, soprattutto se penso che nel 2006 ne avevo 28. Ora sono più maturo e questo aiuta ad affrontare certe situazioni e ad avere la certezza di dove si vuole arrivare. E io l'ho sempre saputo. Ora però è un po’ prematuro sognare Berlino, anche perché se dovesse accadere, mancherebbe ancora la chicca finale. Non vorrei certo tornarci dopo 9 anni per applaudire gli altri. Per ora però godiamoci questa semifinale: di fronte a certi eventi ci si emoziona sempre. L’esperienza però aiuta e aver vissuto già certe vigilie, mi permette di sapere a cosa andremo incontro. E so che saranno 90 minuti lunghi...».
90 minuti da vivere intensamente, specie per chi li ha inseguiti dopo aver guardato il mondo dall'alto ed essere ripartito poco dopo addirittura dalla B: «È la partita dell’orgoglio, per il mondo Juve, per noi giocatori, per la società, per lo staff tecnico, per i tifosi. Dopo aver sofferto per non essere stati protagonisti per troppo tempo ci siamo guadagnati questa opportunità. Sono molto fiero del nostro percorso, di dove siamo adesso e ringrazio i ragazzi che sono rimasti con me per far ripartire la leggenda Juventus».