Un’altra grande partita, passata su e giù per la fascia indicando ai compagni la via delle semifinali, prendendoli quasi sotto braccio - assieme a tutti i calciatori che questa competizione come lui l’hanno già vinta – e ribadendo loro che questo traguardo è parte della storia stessa di questo club, e quindi naturale che sia.
«Dobbiamo rispettare la storia della Juve, e quello che è stato fatto in passato». E stasera l’abbiamo fatto, approdando finalmente alle semifinali di Champions.
«Quando sono arrivato alla Juve , l’obiettivo era vincere il quarto scudetto consecutivo e fare bene in Champions», racconta Evra, tornando indietro con la memoria ai suoi primi giorni da bianconero. «Per me passare il girone era normale. Dobbiamo ringraziare tutto lo staff, e ora cerco di aiutare la Juve con la mia esperienza a passare più turni».
La Juve è tornata sul tetto delle migliori d’Europa, e con essa anche il calcio italiano. «Molta gente si sbaglia sul livello del calcio italiano», è stata l’analisi in merito, sempre lucidissima, di Patrice. «C’è una filosofia di gioco completamente differente qui, e se non sei preparato tatticamente in Italia non vai da nessuna parte. Quelli che hanno alibi non sono campioni. Per me all’inizio è stato uno shock, poi mi sono adattato pian piano: non è certo facile giocare in Italia».
Da ultimo, l’amico Patrice ha rassicurato tutti sulle condizioni di Paul Pogba, stasera in tribuna al Louis II. «Paul sta bene, ha fame ma ci sono i tempi di recupero. Devi stare attento a questo infortunio, che ho patito anch’io quest’anno per la prima volta, e non tornare troppo rapidamente. Se era per lui avrebbe già voluto giocare stasera, ma deve avere fiducia nello staff medico perché deve tornare a giocare solo quando sarà al 100%».