Se non ci fosse di mezzo una squadra che ha vinto tre scudetti consecutivi, che sta dominando il quarto campionato di fila, che deve giocarsi i quarti di Champions, si dovrebbe parlare di impresa. Ma c'è la Juve di mezzo e il termine sarebbe ingeneroso. Perché se è vero che una vittoria al Franchi contro la Fiorentina merita sempre elogi sperticati è altrettanto vero che per questa squadra anche un 3-0 in Toscana rientra nella normalità delle cose. Almeno questo è quello che si è visto questa sera: i bianconeri avevano di fronte una montagna da scalare. L'hanno superata con tre balzi e il sorriso sulle labbra.
L'hanno fatto, oltretutto, senza Carlos Tevez, protagonista assoluto delle ultime uscite, costretto a lasciare il ritiro in giornata per un affaticamento muscolare. Per un'altra squadra che dovesse rimontare due gol, un'assenza del genere sarebbe un'alibi. Per la Juve è uno stimolo. E allora ecco Matri. Ecco la sua zampata, dopo l'assist di Marchisio, il rimpallo dopo il tiro di Pereyra e l'anticipo su Neto.
È il 21' e serve ancora un gol per passare. Potrebbe arrivare subito dopo, quando la Fiorentina è ancora tramortita e Sturaro arriva a deviare in acrobazia il cross di Padoin, senza riuscire però a imprimere al tiro la forza necessaria per sorprendere Neto.
I viola a questo punto alzano il ritmo, ma di occasioni ne creano poche. La Juve aspetta paziente e quando avanza è letale. Morata arriva al tiro dal limite tre volte nello spazio di pochi minuti. Il primo è decisamente fuori misura, il secondo è una rasoiata che sfiora il palo, il terzo è indirizzato nell'angolino e trova la risposta di Neto, ma sulla ribattuta arriva Pereyra che ha di fronte la porta sguarnita e deve solo spingere in rete per mandare i compagni negli spogliatoi con il doppio vantaggio che vale la qualificazione.
Quando tornano in campo, i bianconeri potrebbero lasciare l'iniziativa agli avversari e cercare di sfruttare gli spazi, puntando sul contropiede. E invece continuano a fare la partita e sono padroni assoluti del gioco. Pereyra, imbeccato da Matri, arriva al tiro e costringe Neto a un mezzo miracolo per deviare in angolo. Il miracolo completo però non riesce, perché sugli sviluppi del corner, Bonucci, al volo, spara un siluro che vale il 3-0.
A questo punto non contano nulla i tentativi di Aquilani e di Matri che lascia poi il posto a Coman, la punizione di Diamanti, l'espulsione di Morata e il tuffo di Storari che toglie il destro di Mati Fernandez dall'angolino.
Conta solo il 3-0.
Conta solo una cosa: la Juve è in finale!