Un passo alla volta. A Martín Cáceres piace concentrarsi sulle sfide della vita una ad una: ogni cosa a tempo debito, si dice in Uruguay, calmi ma risoluti - come i sorsi dati al thè mate, la bevanda tipica di quella parte di mondo. E soprattutto, qualunque sia la sfida, che non manchi il sorriso.
«Quella con il Chievo sarà una partita importante, soprattutto dopo aver lasciato due punti a Verona: bisogna che sia una partita perfetta. Dopo, penseremo all’Europa League».
Cáceres si presenta dopo l’allenamento mattutino gioviale e disponibile, come sempre. Nei suoi occhi c’è la concentrazione di chi è consapevole dell’importanza dell’impegno alle porte.
Il sogno di giocare un grande Mondiale, dice, per il momento è ancora nel cassetto. C’è tempo. Tutte le energie ora sono dedicate alla preparazione della sfida casalinga contro i gialloblù.
Una sistemata al microfono e via alla chiacchierata con Cristina Chiabotto
Dalla nascita della sua passione per il calcio all’età di cinque anni ai suoi idoli da bambino, Martin si racconta all'ex Miss Italia e volto femminile di JTv con simpatia ed onestà.
«Ho sempre giocato in difesa», ha rivelato, «anche se il campionato uruguayano è molto diverso – meno realizzato e meno difficile – rispetto a quello europeo. Quello italiano è estremamente fisico e tattico rispetto al calcio spagnolo».
Tra i molti temi trattati, il perché della maglia numero quattro (in onore di una gloria bianconera del passato, ovviamente compatriota: di chi stiamo parlando?) e, ovviamente, l’obbiettivo principale della stagione: lo scudetto.
Nonostante dietro «ci sia la Roma che ad ogni partita ci mette in difficoltà, da qui a fine stagione cercheremo di dare il meglio per vincerlo!», è la promessa di Cáceres ai tifosi.
Non possono mancare le domande sul suo ambientamento a Torino e, ovviamente, sulla sua celebre chioma: «Per lo meno ora con l’arrivo di Osvaldo siamo in due!», ha scherzato il bianconero.