Il regalo più bello, Antonio Conte non ha dovuto attendere Natale per riceverlo. Il sogno di potersi sedere sulla panchina della sua Juventus si è avverato la scorsa estate.
Ora il Natale è arrivato e se per molti juventini sarà felice, il merito è soprattutto suo. In pochi mesi, il tecnico leccese ha trasformato la squadra e l’ha portata in testa al campionato. Senza perdere neppure una partita.
Una Juve vincente sul campo e sempre cauta nei giudizi all’esterno. Anche nell’ultima intervista prima di Natale, rilasciata al quotidiano torinese “La Stampa”, Conte professa calma. La calma di chi nel calcio ne ha viste tante e sa che essere al comando a dicembre conta poco.
«Se avevo sognato un Natale in testa? – commenta Conte - Ognuno deve farlo. Il sogno ti fa porre degli obiettivi. Voglio che sognino anche i miei calciatori, è ciò che ti spinge al di là delle tue possibilità. E per quello che si vede, adesso, siamo davvero molto avanti rispetto al processo di costruzione della casa. Merito dei calciatori, i miei preferisco lo dicano gli altri. Credo nel mio lavoro, al di là di quello che può accadere. Sono convinto delle mie idee e di quello che voglio. Convinto del mio metodo».
Alla Juventus, Conte non ha portato solo risultati. La squadra diverte e questo ha contribuito a riempire lo Juventus Stadium in tutte le gare casalinghe. «L’obiettivo – continua il mister - è sempre stato quello di fare calcio, avere un’idea che porti gli stessi giocatori a divertirsi. È importante che anche i tifosi della Juve e quelli avversari abbiano piacere nel vedere una partita. Così arrivano anche i risultati. Ho avuto la fortuna di trovare giocatori di grande disponibilità. Questa era una squadra non abituata a partire da dietro, cosa che per me è fondamentale. Ora, a vedere lo stesso Buffon, Chiellini, Barzagli, più volte mi hanno chiesto: "Ma che gli hai fatto?" E io: "Abbiamo lavorato". C’è poca improvvisazione».
Si arriva alle classiche domande secche di fine anno. Secche anche le risposte. «Ho il rimpianto per i punti lasciati con il Bologna e il Genoa in casa. Noi siamo la vera sorpresa di questo campionato, ma il Milan è ancora nettamente favorito, ha il passato che lo rende tale. Nel passato ci sta dentro la rosa, che ha vinto lo Scudetto».
Per chiudere, anche a Natale non può mancare il “tormentone” sulla parola Scudetto. Conte lo liquida così: «Questa è un’altra cosa che mi fa morire… A dirla non ho nessuna paura, perché da giocatore ne ho vinti cinque. E per questo so che la strada è lunghissima e dura. Sarebbe più semplice se non l’avessi mai vinto. So che si potrà raggiungere, ma con il lavoro. A me interessa che il gruppo continui così, poi ciò che verrà verrà. L’importante è aver riacquistato credibilità nei confronti dei tifosi e degli avversari, che iniziano a temerci di nuovo. Significa che stiamo facendo qualcosa di importante»