«A Roma dovremo giocare come se avessimo vinto contro il Catania». E’ questo l’input di Luigi Del Neri alla vigilia della sfida contro la Lazio. Il gol di Lodi, arrivato all’ultimo secondo utile della gara di sabato scorso, è stato duro da digerire, ma il tecnico bianconero assicura che la squadra ormai ha metabolizzato la delusione per il pareggio contro i siciliani: «Non è stata però una settimana diversa dalle altre, anzi ho visto tanta voglia di vincere le quattro partite che rimangono».
Saranno quattro partite fondamentali, come ha ribadito anche il presidente Agnelli che ieri ha incontrato la squadra: «Ci ha stimolato a fare bene da qui alla fine, come è giusto che sia. Quando abbiamo giocato a Cesena sembrava che fossimo già tagliati fuori dalla lotta per la Champions League e invece non era per nulla vero. Dunque abbiamo il dovere di non lasciare niente di intentato».
Uno dei rimpianti è l’aver lasciato 21 punti per strada contro le ultime formazioni della classifica: «Certo, quei punti persi hanno condizionato il nostro cammino - spiega Del Neri - ma abbiamo sempre affrontato formazioni motivatissime, spesso avendo problemi di organico. A volte, nonostante le assenze, siamo riusciti a vincere, come contro il Milan a San Siro. Altre volte abbiamo avuto difficoltà contro le squadre cosiddette abbordabili»
A proposito di assenze, a Roma Del Neri dovrà fare a meno di Marchisio: «Non ha ancora smaltito il colpo rimediato contro il Catania. Purtroppo abbiamo spesso dovuto rinunciare a giocatori colpiti da traumi». Felipe Melo invece ci sarà: «Si è fermato solo a scopo precauzionale», spiega il tecnico.
Contro la Lazio nessun dubbio su chi giocherà in avanti: «Toccherà a Matri e Del Piero, mentre per quanto riguarda la coppia di centrali di difesa, deciderò domani mattina».
Infine un pensiero ai tanti attestati di stima ricevuti dai giocatori bianconeri in questi giorni: «Fanno sempre piacere, è ovvio. Io ho il dovere di fare il mio lavoro con coscienza e dando il massimo. Ho letto in questi giorni su un giornale che un allenatore deve andare a gena con i giocatori ed essere loro amico. Io non lo credo. Penso che un allenatore debba tutelare i propri uomini, nel rispetto dei diversi ruoli. Un rispetto che deve essere reciproco e che quest’anno c’è sempre stato».