Andrea è il quarto Agnelli presidente della Juventus. Il primo fu Edoardo, suo nonno, nominato nel luglio 1923: è questo il giorno della svolta, la data fatidica in cui i destini della Famiglia Agnelli e della Juventus si incrociano per la prima volta. Edoardo Agnelli ingaggia l’allenatore Jeno Karoly e acquista il meglio che c’è sul mercato, da Hirzer in avanti. Al terzo anno di presidenza centra lo scudetto (1926), il preludio dei cinque titoli in cinque anni conquistati tra il 1930 e il 1935.
Dopo la morte di Edoardo (1935), è il figlio Giovanni a coglierne l’eredità. L’Avvocato è un innamorato del calcio e del bello stile. Lega subito con Boniperti, stima Parola, ama Sentimenti IV, porta in bianconero Hansen e Praest e affida la squadra a Jesse Carver. Due anni di rodaggio, poi al terzo tentativo, ecco lo scudetto. Due anni dopo, stagione 1951-52, arriva la vittoria numero nove. Poi gli impegni extra sportivi si fanno sempre più pressanti per l’Avvocato che nel settembre 1954 si dimette dalla carica.
Dopo un periodo difficile, nel 1956 sale alla presidenza Umberto Agnelli. Sensazionali i primi due colpi di mercato: da oltre Manica arriva il gallese John Charles, dall’Argentina Omar Sivori. Insieme a Boniperti formano un trio d’attacco eccezionale e spettacolare per trionfi in serie. Vince tantissimo la Juve di Umberto: tre scudetti e due Coppe Italia. Riconquista il ruolo di regina del calcio italiano, prima società a fregiarsi della stella dei dieci scudetti, novità introdotta dallo stesso Dottore, quando raddoppia i suoi incarichi sportivi, assumendo anche la guida della Federcalcio.
Poi, anche per Umberto, si chiude la parentesi di gestione diretta. È il 1962. Per l’ultima volta un Agnelli siede sulla massima poltrona bianconera. La Famiglia, però, non abbandona mai la società, preferendo tuttavia delegare a persone di fiducia. Fino ad oggi. 19 maggio 2010: un altro Agnelli sulla poltrona più alta del club bianconero.