«Dopo due pareggi in amichevole era importante battere il Siviglia, per il morale e per dare un segnale. La vittoria ci dà più serenità, perché con la squadra che è stata costruita è normale che le pretese siano alte». Gigi Buffon è conscio delle aspettative che ruotano intorno alla nuova Juventus e non si tira indietro. La Peace Cup può rappresentare un utile banco di prova per le qualità dei bianconeri, specie se riusciranno a qualificarsi per la semifinale, dove potrebbero incontrare il Real Madrid: «E’ una prospettiva divertente – continua Gigi -. Nel calcio estivo queste sfide assumono un’altra dimensione e riesci a godere la parte migliore del calcio, che non è certo quella che ci opprime nel pieno della stagione, con lo stress e l’imperativo di vincere. Se ci capiterà di incontrarli cercheremo di fare bella figura e di dare spettacolo, anche perché il Real è una squadra che gioca a viso aperto e te lo consente».
La Juventus si sta preparando duramente per la stagione che verrà e può contare su rinforzi importanti: «Rispetto all’anno scorso ci siamo rafforzati tecnicamente e fisicamente, abbiamo preso giocatori di spessore e di livello internazionale. Lo stesso Felipe Melo è in ascesa e inizia a far parte in pianta stabile della nazionale brasiliana. Diego? Potrebbe diventare il nostro valore aggiunto, ma dovremo essere bravi noi a dargli una mano per inserirsi. Certo che tre brasiliani insieme nella Juventus non li ricordo. Qualche colpo di tacco in più dovremmo vederlo…anche se certo, non ci accontentiamo di quello. Potremmo avere qualche chance in più di vincere qualcosa, ma credo di aver detto una cosa giusta durante il ritiro: la miglior medicina è sudare. Quando vincevamo erano altri a fare i proclami durante l’estate e ora non voglio essere io a farli e poi correre il rischio di rimanere a mani vuote».
Il divario con l’Inter però si è innegabilmente ridotto: «Il fatto è che loro erano già una macchina perfetta, almeno in Italia e non avevano molti margini di miglioramento. Quelli li avevamo noi, il Milan, la Fiorentina e la Roma e in effetti noi ora siamo quelli che hanno fatto lo sforzo economico maggiore. Meglio Ibrahimovic o Eto’o? Per me sono entrambi due grandi giocatori, lo dicono i numeri. Eto’o ha vinto due Champions e fatto due gol in altrettanti finali, ha segnato cento e passa reti… Avere un giocatore decisivo nelle partite che contano è importante. Onestamente non lo vedo inferiore a Ibrahimovic. Certo è che l’Inter dovrà cambiare, quasi snaturarsi rispetto al gioco praticato sin dai tempi di Mancini. Sicuramente siamo più vicini, anche se loro hanno il grande vantaggio di giocare insieme da molto tempo. Onestamente non ho mai seguiti troppo l’Inter, però ci ho giocato contro tre volte negli ultimi anni e non ho mai perso».
La campagna acquisti bianconera, per uno come Gigi, che lo scorso anno aveva chiesto lumi sul futuro, è stato un bel segnale: «La società non mi doveva nulla, ma per una mia serenità interiore e per fare il mio lavoro credendoci, volevo almeno la speranza che il progetto potesse proseguire e crescere anche quest’anno. Pensavo che saremmo migliorati, ma non pensavo così tanto».
I nuovi acquisti sono importanti, ma certo, uno dei punti di forza di questa Juventus rimane proprio Buffon, pronto a riprendersi, posto che lo abbia mai perso, lo scettro di portiere più forte del mondo: «Anche quando ero considerato senza dubbio il migliore da tutti, ho sempre pensato che si debba dimostrare in ogni partita di esserlo realmente. E poi credo che si possa stabilire se un portiere è stato davvero il migliore solo prendendo in esame tutta una carriera, non una singola stagione. E poi nella valutazione tutto incide: i gol presi, le vittorie… Il fatto di aver giocato un anno in B, di non aver vinto nulla nei due successivi, ma di essere ancora nel podio ideale dei migliori, è un bene. Vuol dire che quando si tornerà al successo, sarà più facile staccare gli altri. Ciò che mi sta più a cuore comunque è tornare a vincere con la Juve, il resto è una conseguenza»
Lo scorso anno, dopo il rientro dall’infortunio, la critica non fu certo benevola nei confronti di Gigi: «E’ giusto avere questo tipo di pressioni e di responsabilità e mi fa piacere prenderle. Quello che mi aveva dato fastidio lo scorso anno è che quando facevo una prestazione importante, ma commettevo una mezza sbavatura, subito si sottolineava l’aspetto negativo. Io sicuramente non ero soddisfatto di me, non lo ero neanche dopo la finale del Mondiale… Ora so che alla prima partita in cui riuscirò a fare due belle parate, si dirà "Buffon è rinato". La verità è che Buffon è sempre Buffon. Non sono mai morto e non ho bisgono di rinascere».
Nei mesi scorsi si era a lungo parlato di una possibile partenza di Gigi: «Nel calcio le cose cambiano in fretta. Nel momento in cui trovi equilibrio, metti su famiglia, hai dei figli, non vuoi creare loro troppa confusione. Soprattutto nel momento in cui giochi in una squadra come la Juventus. Se fossi in una squadra di media classifica e avessi l’occasione di andare in un top team, la prenderei al volo. Sono un ragazzo fortunato perché ho la possibilità di sentirmi amato e di fare, dopo dieci anni di Parma ad altissimo livello, quindici anni di Juve. Se andasse così veramente ne sarei soddisfatto, perché se uno ha questa possibilità vuol dire non è un giocatore qualunque».
Infine Gigi rivolge un pensiero a Federica Pellegrini, grande tifosa bianconera, che ha vinto l’oro e stabilito il record del mondo nei 400 metri stile libero ai mondiali di nuoto di Roma: «Faccio i complimenti alla Pellegrini perché per me è un orgoglio infinito vedere l’Italia sul tetto del mondo».