Alla fine, la Juventus e Fabio Cannavaro si sono ritrovati. Non più da avversari, come successo lo scorso autunno in Champions League nella doppia sfida contro il Real Madrid. Il capitano della Nazionale si è rivestito di bianconero, pronto a riscrivere una storia che si era interrotta nel 2006.
La partenza del difensore napoletano alla volta della Spagna era stata una delle conseguenze di Calciopoli. Una separazione che, a distanza di tre anni, qualcuno non ha voluto accettare. Nel ritiro Pinzolo, Cannavaro ha subito la contestazione di alcuni tifosi e la sua prima conferenza stampa è stata l’occasione per chiarire la situazione: «Sono davvero dispiaciuto per questa contestazione. Nel 2006 ci siamo lasciati trovando la soluzione migliore per tutti, la società ha monetizzato e io sono andato all’estero. Ma il primo ad essere rammaricato di dover andare via ero io. A Torino io e la mia famiglia stavamo bene e gli Scudetti vinti sul campo li sento ancora miei. In questi giorni ho avuto modo di parlare con dei tifosi che mi hanno detto di non aver gradito alcune mie dichiarazioni riguardo una mia preferenza del Napoli rispetto alla Juventus. Io non ho mai ricevuto offerte da altre squadre e appena Alessio Secco mi ha fatto capire che mi rivolevano, ho subito accettato. Mi è dispiaciuto che qualcuno possa aver interpretato male le mie parole, io non avevo intenzione di mancare di rispetto a nessuno. Spero che questa situazione possa finire, soprattutto per il bene della squadra. In questi giorni ho visto un bel clima attorno alla squadra e lavorare in serenità non può che aiutarci».
Un Cannavaro accolto comunque alle grande dalla stragrande maggioranza dei tifosi accorsi in questi giorni in Val Rendena e voglioso di ricambiare l’affetto sul campo. Pochi giorni di ritiro e Fabio ha ritrovato sensazioni già conosciute: «In questi anni sono cambiate tante cose, ma la mentalità vincente è rimasta, quella fa parte della cultura del club. E io sono tornato per vincere ancora e per mettere a disposizione tutta la mia esperienza. Io mi sento bene e credo di poter ancora dare tanto sul campo. La squadra è competitiva e rinforzata ancora rispetto all’anno scorso. L’importante è pensare solo a noi stessi, essere consapevoli della nostra forza e non fare paragoni con gli altri».
Il difensore è tornato è ha ritrovato tanti amici che aveva lasciato. Tanti compagni che sono ancora sul campo a lottare e uno in particolare che ha invece cambiato veste. «Con i compagni ho sempre avuto un buon rapporto e quando sono andato via ho spiegato loro le mie motivazioni. In questi anni ci siamo sempre sentiti e visti in Nazionale. Ciro? Ovviamente lo chiamo mister. Con lui c’è stima e amicizia, ma ora lui è l’allenatore ed è lui che fa le scelte. Anche se ammetto che è strano vederlo in questa veste».