21/08/2006 - La fiaba di Mida e Telechelon
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Liam Brady Mida era un giovane rampollo di un casato prestigioso. Allevato con tutti i riguardi e i privilegi che gli competevano. Brillava in pacatezza e bontà, ma per il resto era spesso l’ultimo della classe. Era l’ultimo a capire le cose, spesso lo faceva a modo suo ma quasi sempre non ci arrivava proprio. Però il suo papà lo vedeva come un Buono e non se la sentiva di strigliarlo più di tanto. Il padre invece era un grande uomo, grandi successi nella vita, moltissimi soldi, grandi riconoscimenti anche se i bene informati giurano che fosse solito favorirli con pratiche poco ortodosse. Mida era tanto buono che il papà decise di lasciare tutto a lui. Per non essere da meno del suo papà, Mida volle ripeterne le gesta limitandosi però ad imitarne le mosse. Anche perché nel frattempo un suo cugino della contea vicina mieteva indicibili trionfi in tutti i campi dando benessere e prosperità ai propri sudditi. Con una dote così importante e con il distributore di soldi sempre aperto e generoso pensò “sarà facile ottenere gli stessi successi”. Inizialmente tutti gli riconobbero le stesse qualità morali e capacità del padre. Ben presto però ci si accorse che le decisioni venivano prese da impulsi umorali più che con il raziocinio essenziale per un valido condottiero. Ma ancora peggio, per manifesta incapacità e per pudica inconsistenza, incoraggiava e poneva in essere azioni dettate spesso non da abili e navigati consiglieri ma dai suoi giullari preferiti. Aveva un debole per gli incapaci, per i fannulloni, per gli estrosi ma inconcludenti, per tutti i mercenari che passavano dalle sue parti anche solo per una notte. Lui li riempiva di attenzioni, di soldi, di affetto in cambio di tante promesse e spesso solo tanta ingratitudine. I danari spesi nell’inseguire l’agognato successo cominciavano ad essere tanti e le magre figure conseguite diventavano imbarazzanti. Nelle contee vicine si festeggiava tutte le sere, canti, balli, fuochi d’artificio. Nella sua regnava ormai la rassegnazione e tutte le sere mestamente si finiva per andare a dormire molto prima del calar del sole. Un suo amico gestiva il sistema di posta Telechelon, che si occupava di recapitare la corrispondenza a tutti i cittadini. Costui sapeva tutto di tutti. Le cose ultimamente però giravano per il verso ostile. Una serie di investimenti sballati lo costrinsero a spaventosi indebitamenti. Mida era molto amico del Re e costui poteva essere decisivo per sovvertire le sorti infauste. Ecco che gli si presentò l’occasione. Mida bramava dalla voglia di carpire i segreti dei successi nelle contee limitrofe. Chiese allora a questo amico di dare, ogni tanto, una sbirciatina alla corrispondenza. L’amico si prestò ben volentieri, era prassi consolidata per lui. Aveva già mercanteggiato informazioni con altri avventurieri in cambio di denari e favori. Per un amico che era anche nelle grazie del Re poi… . Nel giro di poco tempo raccolse una mole di informazioni impressionante. Centinaia di migliaia di missive epistolari vennero setacciate. Una decina di queste misero in serio imbarazzo persone influenti delle contee vicine. Nulla di illegale, ma scambi di opinioni su tutto e su tutti in piena libertà. E quindi anche qualche commento piccante su certi personaggi e su talune situazioni. Mida decise di usarle per trarne beneficio e per superare le soverchie difficoltà che gli impedivano di portare a compimento il desiderio di emulazione del papà. Grazie a questo bieco raggiro e amici compiacenti, Mida ricevette tutti gli elogi, i riconoscimenti, e i trofei da sempre bramati ma mai ottenuti per solare insipienza e sfolgorante inconsistenza encefalica. Ma da quel momento anche tutti poterono leggergli negli occhi anche un’indecente bassezza morale. Fu vera gloria? Per i sudditi fu vera festa? La giustizia alla fine trionferà e re Mida tornerà ad essere l’asino che dai Greci fino ai nostri giorni è sempre stato. Telechelon pagherà per tutte le nefandezze procurate ai cittadini. Le contee limitrofe torneranno a gioire e a festeggiare perché governate da condottieri coraggiosi, capaci e valorosi..
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