Sergio Vaccargiu Strane coincidenze e importanti indizi sul campionato, già deciso e maldestramente pilotato, aggiustato a favore degli onesti, ci arrivano dall’ennesima (ormai da 45 anni!!!) figuraccia nerazzurra in Champions. E’ bastato che le due partite con il Liverpool degli ottavi di finale venissero arbitrate da degli onesti e discreti arbitri europei che i nodi venissero al pettine.
La corazzata pseudo-invincibile è andata a cozzare contro l’unico grande nemico che potesse presentarsi sulla sua strada. Un ostacolo sconosciuto in Italia, perché qui esso è complice e complementare.
Per i perdazzurri dev’essere stato traumatico non avere un adepto devoto alla causa, come avviene nell’italico paese, in quelle 2 giacchette nere. Le due direzioni di gara, limpide e cristalline, hanno nuociuto e creato più problemi di Gerrard e Fernando Torres.
La tattica di aspettare il rigore al momento giusto (casualmente sempre sullo 0-0) che tanto funziona nel nostro campionato è risultata inutile e inattuabile. Risultato? zero gol segnati nelle 2 gare. Il gioco maschio e intimidatorio che alcuni elementi sono soliti fare, sicuri della totale impunità dei loro gesti, è stato giudicato e sanzionato in Europa.
Materazzi e Burdisso consapevoli della magnanimità degli arbitri nei loro confronti , nelle gare di campionato, intimoriscono e picchiano gli avversari. Nelle due partite di Champions hanno subito la normale e giusta sanzione di chi gioca più a calci che a calcio.
Cobolli Gigli, dopo l’ennesimo furto perpetrato ai danni della Juve, ha dichiarato di non essere più tanto contrario a che gli arbitri stranieri approdino nel nostro campionato. Il coro di convinti assertori della superiorità delle nostre giacchette nere su quelle straniere s’è levato forte e compatto.
Presidenti, allenatori, giornalisti, tutti in un’univoca difesa dei nostri giovani e bravi arbitri. Strenui difensori e paladini dei Collina boys, guarda caso, sono stati gli interisti. C’era da dubitarne? No, ma è capibile e giustificabile che ognuno protegga i propri affiliati, soprattutto se questi producono risultati e utili.
Quel che non è giustificabile, anzi è criticabile e biasimabile è l’ammantarsi da parte dei perdenti nerazzurri, con il loro patetico Presidente a far da capo popolo, della certezza della loro superiorità. Stanno vincendo uno dei campionati più falsati e condizionati degli ultimi anni e continuano ad avere l’ardire di considerarsi i più forti. C’è da capirli, festeggiano per gli scudetti di cartone che Guido Rossi gli ha regalato, figurarsi se riescono sul campo grazie anche all’accoppiata Gussoni-Collina.
Una volta varcate le Alpi però tutto ritorna dentro un rettangolo di gioco, undici contro undici, un arbitro e due segnalinee. E qui iniziano i dolori.
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