Sergio Vaccargiu Non sarà un anno che rimarrà nella memoria dei tifosi bianconeri il 2009. Zero tituli e molti bocconi indigesti sono stati ingoiati senza riuscire a incrementare la bacheca e, anzi, s’è dovuto esonerare un allenatore a due giornate dalla fine del campionato per non rischiare di restare fuori dalla Champions League.
Ripercorriamo questi dodici mesi con le più importanti vicissitudini a tinte bianconere.
GENNAIO:
Inizia bene l’anno con le vittorie in Coppa Italia sul Catania e sul Siena in campionato. La rincorsa all’Inter sembra avviata ma fine gennaio riporta la Juventus a debita distanza dalla capolista con la sconfitta subita a Udine.
FEBBRAIO:
La Juventus abdica definitivamente dalla corsa al titolo perdendo 3-2 all’Olimpico contro il Cagliari e pareggiando contro la Samp. Unico sorriso in Coppa Italia, dove vince il quarto contro il Napoli dopo i calci di rigore. Sconfitta anche dal Chelsea in Champions nella gara d’andata per 1-0.
MARZO:
Il ritorno contro il Chelsea a Torino, la partita più importante della stagione viene pareggiata 2-2 e la Juventus è eliminata. Il campionato sembra ridare linfa ai bianconeri con quattro vittorie consecutive. In Coppa Italia la sconfitta per 2-1 in casa Lazio sembra rimediabile.
APRILE:
E’ il mese orribilis per la Juventus. Una sconfitta e tre pareggi tra cui l’ 1-1 in casa contro l’Inter chiudono definitivamente il capitolo scudetto. Comincia a traballare la panchina di Ranieri e la squadra non segue più il tecnico. Emblematica la gara di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio persa 2-1 e la conseguente eliminazione dalla competizione.
MAGGIO:
Dopo altre deludenti prestazioni la società decide per l’esonero di Ranieri e affida la panchina a Ciro Ferrara. Due gare, due vittorie e la Juventus di Ferrara conquista il secondo posto. Maggio è anche il mese dell’addio al calcio di Pavel Nedved e l’ufficializzazione dell’acquisto di Diego.
GIUGNO:
Ferrra da traghettatore passa ad allenatore con un contratto di due anni. La campagna acquisti è in piena evoluzione e numerosi sono i nomi che vengono accostati ai colori bianconeri: D’Agostino è tra i più gettonati, poi Dossena, Giuseppe Rossi, Cassano.
LUGLIO:
Inizia con il botto il mese, viene acquistato Felipe Melo dalla Fiorentina. Tanto entusiasmo per il neo acquisto ma qualcuno storce la bocca per la vendita di Zanetti ai viola. Il ritiro di Pinzolo viene preso d’assedio di supporter della vecchia Signora eccitati dai nuovi arrivi.
AGOSTO:
Vittoria sul Real Madrid nella Peace Cup. La Juventus ha voglia di lasciarsi alle spalle gli ultimi anni bui e anche in amichevole mostra fame di successi. Vittoria anche nel trofeo Tim e partenza con il botto in campionato andando a vincere alla seconda 3-1 a Roma con l’esplosione di Diego e Melo.
SETTEMBRE:
Dopo altre due vittorie consecutive la Juventus s’inceppa in campionato pareggiando a Genova e in casa contro il Bologna. Buffon è ritornato superman ma la squadra non ha un gioco. Due pareggi anche in Champions contro il Bordeaux in casa e a Monaco contro il Bayern.
OTTOBRE:
Arriva la prima sconfitta. A Palermo è un secco 2-0. Pareggio in casa contro la Fiorentina e vittoria a Siena che mette a tacere le prime critiche. 5-1 in casa contro la Samp, la miglior partita della Juventus targata Ferrara. È una vittoria effimera perché tre giorni dopo il Napoli sbanca Torino aprendo ufficialmente la crisi in casa bianconera.
NOVEMBRE:
Sembra iniziare bene il mese con la doppia vittoria contro l’Atalanta di Conte e l’Udinese in casa. Anche in Champions la Juventus vince in Israele e risale al secondo posto. Novembre invece è funesto nell’ultima parte, con le sconfitte a Bordeaux in Champions,che inguaia i bianconeri non ancora qualificati e, in campionato, a Cagliari, con un altro 2-0.
DICEMBRE:
Ferrara è sul banco degli imputati ma la vittoria 2-1 contro l’Inter gli salva la panchina. E’ in Champions che avviene il disastro con la fragorosa sconfitta e conseguente eliminazione ad opera del Bayern. In campionato non và meglio. Due sconfitte consecutive, l’ultima in casa contro il Catania fanalino di coda, spingono la Dirigenza a colmare un vuoto in società chiamando un uomo di calcio e di Juventus, Roberto Bettega.
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