Non c’è la matematica che possa formalizzarlo ma, l’ottavo scudetto consecutivo, è ormai in bacheca.
La vittoria di Napoli, con notevole sofferenza, porta i bianconeri a +16 con ulteriore vantaggio negli scontri diretti. Un potenziale +17 che non lascia speranze.
La serata partenopea ha partorito emozioni contrastanti e uniche. Gol, rigori, espulsioni, VAR, pali, gioia e lacrime. L’apice del pathos lo si raggiunge al 13’. La memoria di Davide Astori abbatte le barriere del tifo per regalare un minuto di sincera commozione.
Il ricordo del capitano viola, simbolo di lealtà e correttezza, dura lo spazio di quel minuto. L’antisportività, per l’ennesima volta, si manifesta al 43’ della ripresa. I giocatori napoletani, osannati dal proprio pubblico, non restituiscono la palla calciata fuori da Chiellini per permettere di soccorrere Dybala.
Ancora loro, Sempre loro. Compimenti. Applausi.
Nella sfida di Coppa Italia dell’Aprile del 2017 accadde la stessa cosa. Fu Sarri allora a ordinare ai propri giocatori di non restituire palla.
Non passerà nel dimenticatoio la decisione, unica, della società partenopea di disertare la cerimonia di premiazione nella finale di Supercoppa 2012.
Fatti che lasciano basiti e che danno l’immagine di una società che vuole diventare potenza europea.
Rientrando in ambito agonistico e al bello del calcio, la partita è stata bella per intensità ed emozioni.
La Juventus si è ritrovata dopo 40 minuti sopra di 2 gol e di un uomo. Pjanicsu punizione e Emre Can di testa gli autori dei gol.
Doppio vantaggio che i bianconeri hanno rischiato di dilapidare causa l’espulsione ad inizio ripresa del bosniaco. Napoli galvanizzato e Juve intimorita che ha subito il gol di Callejon al 16’. Juventus salvata dal palo al 39’ colpito da Insigne su rigore.
Juventus che porta a casa i 3 punti ma che, in vista del ritorno di Champions League, non può avere visioni positive.
Migliori in campo: Emre Can e Matuidì