S’interrompe alla nona giornata la sequenza positiva della Juventus di questo inizio stagione. Aveva ragione Allegri, con le sue dichiarazioni infrasettimanali, a chiedere concentrazione ai suoi avvisandoli del pericolo di pensieri rivolti alla Champions di martedì.
Un tempo, il primo, giocato da Juventus con unica grave colpa il non aver chiuso la gara. Dopo il gol iniziale la squadra ha assunto un atteggiamento a tratti supponente e la manovra è diventata accademica con poca ricerca della cruda finalizzazione.
Il Genoa ha atteso sornione, quasi aspettasse l’aiuto del fato (e di Bonucci, l’ennesimo) per cogliere anche solo una occasione che gli si presentasse. Ed il destino, complice anche l’ennesima dormita difensiva della retroguardia bianconera su cross, l’ha premiato.
La prima parte di gara è stata un monologo bianconero. Ronaldo è ormai il leader della squadra ed il gioco gira intorno alla sua figura. Il portoghese è a suo agio in questo ruolo ed è lui che suona la carica andando in rapida sequenza a colpire il palo al 14’ e segnare il gol del vantaggio al 18’.
La squadra gioca secondo spartito e si trova a memoria. La palla stazione sempre nella metà campo rossoblu. Bisognerebbe avere l’istinto killer e colpire nuovamente per chiudere il match, tenere il Genoa in vita potrebbe essere pericoloso.
Tale presagio si materializza nel secondo tempo quando mente e gambe dei bianconeri veleggiano verso Manchester.
Il Genoa effettua il secondo tiro verso la porta di Szczesny al 23’ e segna il gol del pareggio. L’assalto finale verso la porta di Radu non produce alcuna occasione da gol e interrompe il filotto vincente.
Migliori in campo: Cancelo e Ronaldo.