Leviamo il campo da ogni dubbio, la Lazio ha vinto con merito la Supercoppa. La Juventus ha però da recriminare perché, se giochi male, anzi, non giochi per 60 minuti, e ti ritrovi al 91’ sul punteggio di 2-2 e gli avversari in crisi psicologica e atletica non puoi perdere la partita.
Sei la Juventus, in cui giocano campioni avvezzi ad ogni situazione, navigati, temprati da mille battaglie e che dovrebbero (devono) gestire queste situazioni ( favorevoli). Resta forte l’amaro in bocca per non aver portato in bacheca questa Coppa (l’ennesima).
Resta l’azione del gol subito al 93’ con dinamica vista a Cardiff negli ultimi 2 gol del Real. Folata laterale in area e cross al centro per l’indisturbato che insacca facile facile.
Dalle sconfitte si dovrebbe trarre insegnamento, di Cardiff ancora non è stata imparata la lezione.
La Lazio ha avuto più fame e, come dichiarato da Inzaghi a fine gara, ha basato la preparazione solo per questa partita. In campo si è palesato, le velocità di pensiero e di esecuzione erano differenti. La Juve ha altri traguardi che si conquistano a Maggio, da folli avere il top adesso.
La cronaca della partita è ricca di episodi, dai primi 5 minuti di marca bianconera con gol mancati da Cuadrado, Dybala e Higuain per poi dominio Lazio con gol su rigore di Immobile, raddoppio dello stesso ad inizio ripresa.
La sveglia bianconera è arrivata con i cambi effettuati da Allegri. Dentro i nuovi e cambio marcia. Douglas Costa , pur solitario ed egoista nelle sue giocate, ha dato vivacità alla squadra. Dybala con la sua doppietta aveva riportato la Juve vicina alla Coppa. La grossolana topica difensiva affossato il sogno della grande remuntada.
Migliori in campo: Dybala e Alex Sandro.