Trovare spiegazioni e colpevoli dopo una simile figuraccia è quanto di più semplice e, paradossalmente, difficile ci possa essere. Semplice perché la penosa e disastrosa gara d’esordio degli azzurri è ancora impressa nella memoria dei tifosi italiani ed evidenti a tutti sono gli errori di formazione e poi di lettura della gara da parte del CT.Non si possono però scaricare tutte le responsabilità su Donadoni. In campo sono andati i giocatori e, la maggior parte, con il titolo di campione del mondo. Evidentemente per qualcuno bastava quella qualifica per vincere la partita e si è scesi in campo un po’ imborghesiti, sicuri che la vittoria sarebbe arrivata per grazia dovuta, noblesse obblige.
Difficile capire come, campioni di grandissima esperienza internazionale, possano sbagliare l’approccio mentale ad un evento tanto importante e prestigioso. I tulipani olandesi, in formazione rimaneggiata, hanno messo in campo cuore, grinta e tattica.
Van Basten ha surclassato il suo amico Donadoni su tutta la linea. Bravo prima a schierare due mediani davanti alle difesa da baluardo contro le nostre tre punte. Intelligente a cambiare in corsa assetto come Donadoni faceva i cambi.
Molto tardive le sostituzioni del CT, quasi a voler dimostrare che lo schieramento iniziale non fosse sbagliato. I nuovi entrati sono risultati essere i meno peggio rispetto agli undici iniziali, anzi hanno portato un po’ di vivacità rispetto al nulla o quasi mostrato fino allora.
Non siamo stati teneri con Donadoni su questo sito quando ancora nutriva delle remore sulla convocazione di Del Piero, tacciandolo di poca competenza. Dopo la sciagurata gara di ieri ne abbiamo la conferma. Ma non ha colpe per la sua dabbenaggine.
Lui altro non è che l’ennesimo arrogante errore di Guido Rossi.