Calda, afosa, dolce Madrid. Una serata da cardiopalma, 95 minuti per cuori forti, per cuori bianconeri. Dal rigore di Ronaldo, al gol di Morata alle occasioni sprecate da Marchisio e Pogba, al mano nella mano di Buffon e Pirlo verso lo spicchio bianconero.
E’ serata di immensa gioia, di entusiasmo difficilmente descrivibile. E’ serata d’orgoglio per chi da grande uomo e da grande campione è andato a giocare a testa alta a Crotone, ad Arezzo o a Frosinone. Adesso si va a Berlino.
La partita non ha offerto grosse sorprese tattiche, Juventus schierata con il canonico 4-3-1-2 con Pogba in campo dal primo minuto, Real più aggressivo con Benzema al centro dell’attacco e 4-3-3 sbilanciato con James spesso in avanti per uno spregiudicato 4-2-4.
La Juventus non soffre lo scontato pressing iniziale madrileno, anzi spaventa Casillas al 13’ quando Vidal mira all’angolino costringendo il contestato portiere ad una difficile parata. Il fattaccio che sposta gli equilibri accade al 22’.
James Rodriguez s’incunea in area e Chiellini sciaguratamente lo colpisce sul piede. Rigore netto che Ronaldo segna. Il colpo subito rompe gli equilibri e la Juventus è costretta a cambiare tattica, non più solo contenimento ma occorre segnare un gol.
Con una Juventus che alza il baricentro il Real trova più spazi e la partita si vivacizza ancora di più. Ma è nel secondo tempo che i bianconeri legittimano la qualificazione. La manovra è più fluida e la difesa più arcigna. Poi al 12’ l’ex Morata insacca il gol per Berlino.
Finisce con i tifosi bianconeri a cantare l’inno d’Italia e Buffon dalla B a Berlino.
Migliori in campo: Buffon e Vidal