Restano gli applausi di fine gara, interminabili, convinti, a giudicare l’ottima prova della Juventus contro il Bologna. Resta l’amarezza di aver incassato un solo punto dopo una partita giocata all’arrembaggio e con metà gara in inferiorità numerica.
La volontà, il cuore e la forza fisica non sono mancate, se poi aggiungiamo un Pirlo sontuoso capace di caricarsi la squadra sulle spalle e dettare i tempi di gioco con maestria viene da pensare che il bicchiere è mezzo vuoto.
Bastano due colossali topiche per regalare un punto al Bologna. La prima la commette Vucinic alla fine del primo tempo. Già ammonito và a randellare Perez che avviava, in maniera innocua, l’azione felsinea nella sua metà campo.
Ad inizio ripresa De Ceglie non trovava di meglio che cercare di stoppare un insidioso pallone in piena area di rigore. Buffon poneva rimedio all’ingenuità del terzino ma nulla poteva sul colpo di testa di Portauova che Chiellini non ostacolava.
Qua qualche responsabilità l’ha anche Mister Conte, Grosso aveva disputato un’ottima gara a Siena ed è stato accantonato. Mancava un terzino sinistro e Ziegler è stato mandato in Turchia. Se aggiungiamo l’involuzione di Chiellini la situazione difesa non è rosea.
La Juventus ha comunque condotto la partita sino alla fine. La parate di Gilet sono state determinanti e se la palla calciata da Krasic non avesse colpito il palo esterno (si era ancora sul 1-0) ora i bianconeri godrebbero della vetta solitaria.
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