Un passo avanti due indietro. Dopo il triangolare di Bari, e in particolar modo i 45’ giocati contro l’Inter, gli elogi e gli entusiasmi avevano contagiato l’ambiente bianconero facendo pronunciare, incautamente, a Conte la parola scudetto.
Sono bastati 45’ contro il Milan nel trofeo Berlusconi per riportare i più alla dura realtà. Non tragga in inganno il secondo tempo dove il gol di Vucinic è arrivato con il Milan in 10 causa l’infortunio di Nesta, perno della difesa.
Il Milan era un mezzo Milan. Mancava dell’asse portante della squadra: Thiago Silva, Van Bommel, Ibrah, Pato e Robinho. Eppure la Juventus è stata messa sotto agevolmente dai rincalzi rossoneri.
Chi ha steccato più di tutti è stato Vidal, assolutamente inconcludente. Ampia giustificazione al fatto d’aver dovuto ricoprire un ruolo, esterno alto, che non è nel suo DNA. Lui è un centrale con ottima dinamicità e piedi buoni.
Le soluzioni sono essenzialmente due. Perdurando nel suo modulo 4-2-4 Conte dovrà effettuare una scelta: tra Pirlo (intoccabile, per noi), Marchiso e Vidal uno andrà in panca. Per disporne di tutt’è tre bisognerà ovviare ad un più congeniale 4-3-3.
Problema esterni: Krasic è in fase d’involuzione, non riesce a capire il nuovo schema e gira a vuoto.
La domanda che ci sorge è un’altra: è ormai prossimo l’acquisto di Giaccherini come laterale alto di sinistra, ma perché s’è venduto Giovinco che quel ruolo può ricoprirlo con efficacia?