Miseramente, come tutto l’andazzo di questa stagione, si chiude l’ultima partita della Juventus. Squadra svogliata, abulica e senza un minimo d’orgoglio, funge da sparring partner per il Milan e il suo ormai ex allenatore Leonardo.
Un 3-0 ignobile, fotocopia di quello dell’andata, che serve per resuscitare Ronaldinho, autore oggi come 19 partite fa, di una doppietta. Le epurazioni per la prossima stagione devono essere tante e non solo a livello societario.
A questo punto c’è da augurarsi un grande mondiale dai bianconeri che vi parteciperanno, almeno dalle loro cessioni si potrà trovare un buon tesoretto da reinvestire. Se la situazione dovesse restare cosi, difficilmente si potrà monetizzare vendendo dei presunti campioni.
Il trofeo Berlusconi primaverile, come da definizione di Galliani, per la Juventus è durato 15 minuti. Dopo il clamoroso gol mancato da Iaquinta al 5°, il Milan è passato al 15° con Antonimi, lesto ad incunearsi tra le statue bianconere.
Per la Juventus è stato il Game Over. La squadra è scomparsa e ha badato a salvaguardare l’incolumità fisica per il Sudafrica. Lo stesso Zaccheroni ha gettato la spugna e s’è accomodato in panchina in attesa dell’agognata fine.
La ricostruzione avrà il profilo basso. Gente abituata al lavoro e poco avvezza alle chiacchiere. Marotta e Del Neri i primi tasselli, con loro verrà rinnovato anche lo staff di preparatori e il gruppo medico. Un doveroso repulisti a tutti i livelli.