09 novembre 2006 ---- Largo ai giovani
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Non tutti i mali vengono per nuocere. Chissà, solo il tempo galantuomo potrà dircelo. Magari la farsa di calciopoli qualcosa di positivo riuscirà a partorirla. Sicuramente dopo la partitissima del San Paolo dell’altra sera un piccola, importantissima, traccia positiva l’ha già lasciata. Con la Juve in serie A e impegnata in Champions League dove sarebbero ora i vari Paro, Marchisio, De Ceglie, senza dimenticare il futuro “Del Piero” Palladino? In qualche squadretta di periferia a farsi le ossa fino ai 25/26 anni con metà carriera ormai alle spalle e un’immagine da eterna promessa. Immolati alla causa di quel perverso gioco di prestiti, comproprietà e plusvalenze tanto caro ai maghi del bilancio. Con la società sempre alla ricerca e all'acquisto del grande campione. Perché si sà, l’erba del vicino è sempre più verde. Così, la Dirigenza bianconera, venduti (o svenduti) alcuni campioni, ha dovuto fare di necessità virtù e si è ritrovata ad avere al proprio interno i giocatori che altrimenti avrebbe cercato altrove. E che giocatori. La personalità dimostrata in mezzo al campo, in quell’autentica bolgia che era il San Paolo, l’autorevolezza e la sfrontatezza di Paro e Marchisio e, al suo ingresso in campo, di De Ceglie, hanno creato un grande entusiasmo nell’ambiente, nella società, nei tifosi, negli stessi compagni di squadra più navigati. Tutti campioncini “fatti in casa”. Forse l’unico vago ricordo risale a Roberto Bettega. Se poi il tutto è paragonato al gesto di Zebina che si è rifiutato di entrare in campo, allora: largo ai giovani!
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