Quanta fatica e quanti rischi per raggiungere la semifinale di Coppa Italia. Arranca, soffre, arriva sull’orlo del baratro, si risolleva. La Juventus gioca, anzi, non gioca una delle più brutte partite dell’anno ma almeno stavolta porta a casa il risultato.
La Juventus paga il peccato originale di chi in estate l’ha costruita. Tanti pedalatori, tanti ottimi polmoni ma manca qualità a centrocampo e chi sappia far girare palla e cambiare ritmo e nessuno ha voluto porre rimedio nel mercato di Gennaio.
Ranieri presenta una squadra con Giovinco al posto di Nedved, Iaquinta spalla di Del Piero. Dopo appena 23° deve rinunciare anche a De Ceglie colpito duro in un contrasto e questo resta l’unico spunto di cronaca di un mediocre primo tempo.
La fisionomia della partita non cambia neanche nel secondo tempo. Le due squadre sono in un evidente stato atletico deficitario e la gara si trascina monotona e senza grandi episodi. Trezeguet e Nedved sono le mosse di Ranieri per dare vivacità alla Juventus.
Il francese segna anche il gol vittoria a pochi secondi dalla fine, ma il guardalinee inopinatamente sbandiera un inesistente fuorigioco. I supplementari sono inevitabili ma non cambiano l’assetto della gara, si và ai rigori.
Sbagliano Nedved e Sissoko e il Napoli ha due math point per la qualificazione che vengono vanificati dalla parata di Manninger su Lavezzi e dall’errore di Contini. Si và ad oltranza, segna Legrottaglie sbaglia Gargano: è semifinale, ma che fatica.